martedì 8 maggio 2018

I workshop Aperitivo & Caffè.

Maestri Caffettieri, la scuola di alta formazione professionale di Valentino Caffè S.p.A., sin dal 2014 offre corsi avanzati a tutti i professionisti del bar desiderosi di praticare una vera e propria full immersion nella poliedrica cultura del caffè e di carpirne i più celati segreti.
Il mondo del lavoro, si sa, è sempre alla ricerca di figure ricche di grandi capacità, abilità e competenze e solo un’adeguata formazione può trasformare la legittima ambizione personalenell’effettiva capacità di operare secondo standard particolarmente elevati.
Valentino Caffè, grazie alla sua scuola, organizza ciclicamente dei corsi ad hoc di vario livello, per introdurre i propri studenti alle raffinatezze dell’arte caffearia. Tra gli ospiti della Scuola si contano già i Campioni Hidenori Izaki e Chiara Bergonzi.
Non a caso il caffè sarà il protagonista del primo workshop dedicato al settore American Bar, ovvero all’aperitivo, che si terrà il 30 maggio a Lecce, in Viale Croazia, presso la Scuola Maestri Caffettieri.Nella splendida sede della torrefazione Valentino Caffè S.p.A., verrà presentato e degustato un menù con appetizers e drinks unico nel suo genere.
Il corso è rivolto a chi desidera apprendere le modalità di preparazione del caffè in tutte le sue possibili sfumature. I futuri barman saranno in grado di soddisfare anche i clienti più esigenti,proponendo loro accanto ai menù tradizionali proposte culinarie innovative, volte a esaltare le proprietà organolettiche, aromatiche e olfattive del caffè.
Posti limitati. Iscrizione obbligatoria. Info: maestricaffettieri@valentinocaffe.com - Tel. 0832240771Si rilascia attestato di frequenza.
Lucia Mariano

giovedì 1 marzo 2018

Corsi di alta formazione professionale firmati Maestri Caffettieri.

I corsi di caffetteria firmati Maestri Caffettieri, scuola di alta formazione professionale di Valentino Caffè, sono un atteso appuntamento che questo mese si ripete nelle giornate del 26 e del 27. Valentino Caffè, grazie alla sua scuola, Maestri Caffettieri, organizza ciclicamente dei corsi ad hoc di vario livello, svelando ai suoi studenti tutti i segreti per ottenere il caffè perfetto. Tra gli ospiti della Scuola si contano i Campioni Hidenori Izaki e Chiara Bergonzi. Ecco i prossimi appuntamenti: 26 marzo dalle ore 9:00 alle ore 15:00 CORSO BARISTA BASIC Obiettivo del corso: illustrare le competenze fondamentali di un barista partendo dalla regolazione del macinadosatore, approfondire la conoscenza della macchina per espresso fino ad arrivare alla preparazione di una corretta tessitura del latte e un approccio alla latte art. Destinatari: Baristi neofiti e professionisti che intendono acquisire maggiori informazioni e tecniche per migliorare le tecniche di regolazione della macinatura, preparazione dell’espresso e montatura del latte. Programma: Storia, miti e leggende sulla diffusione della pianta e della bevanda nel mondo - Specie e varietà botaniche della pianta della coffea - Comprensione delle principali differenze di gusto tra caffè Arabica e caffè Robusta - Identificazione e denominazione dei componenti principali di un macinacaffè - Comprensione di base dell’influenza del dosaggio sui tempi di erogazione - Identificazione e denominazione dei componenti principali di una macchina per caffè espresso - Dimostrazione delle fasi di preparazione di un caffè espresso - Comprensione delle qualità sensoriali di base di un caffè espresso sotto-estratto sovra-estratto e un buon caffè espresso - Dimostrazione delle tecniche richieste per produrre un latte con una corretta tessitura - Dimostrazione delle corrette fasi di montatura del latte - Comprensione dell’importanza di una regolare pulizia (almeno giornaliera) del macinacaffè e della macchina per caffè espresso. Corso valido come preparazione per le certificazioni dello Scae coffee Diploma System «Barista Skills Foundation» Posti limitati. Iscrizione obbligatoria. Info: maestricaffettieri@valentinocaffe.com - cell.3456164983. 27 marzo dalle ore 9:00 alle ore 15:00 Corso LATTE ART Obiettivo del corso: ampliare e verificare le competenze e le conoscenze del barista e apprendere quelle più avanzate, avvicinando il barista a una visione più ampia della professione. Destinatari: Baristi che hanno già acquisito una buona tecnica della montatura del latte. Programma: Il latte e le sue proprietà - Il latte indicato per la Latte Art - Espresso Perfetto - Quali lattiere scegliere e come utilizzarle - Microtessitura per Latte Art - Tazza da utilizzare e versaggio - Gli esercizi di mano e di polso - Figure e decorazioni - Prove tecniche e pratiche di realizzazione - I detergenti indicati per la pulizia delle attrezzature. Corso valido come preparazione per le certificazioni Latte Art Grading System «Lattiera Bianca» Posti limitati. Iscrizione obbligatoria. Info: maestricaffettieri@valentinocaffe.com - cell.3456164983.

lunedì 18 settembre 2017

Inaugurazione anno accademico del Corso di Laurea in Filosofia dell'Università del Salento

Come ormai da tradizione, il Corso di Laurea in Filosofia Triennale e Magistrale dell’Università del Salento organizza una giornata dedicata alla Presentazione dell’offerta formativa e all’apertura del nuovo anno accademico. I lavori si apriranno alle ore 10:00 del 28 settembre presso l’Aula Magna di Palazzo Codacci – Pisanelli (ex Ateneo) a Lecce.

L’evento vedrà come ospite d’onore Roberta De Monticelli, professore Ordinario di Filosofia della persona presso l'Università San Raffaele di Milano, normalista e nota studiosa degli aspetti riguardanti Norme e valori – Sensibilità – Volere/decisioni – Ontologia della persona – Embodied Cognition della persona umana e della sua individualità, curatrice di un Blog su Il fatto quotidiano, vincitrice del Premio Art.3 2012, “riconoscimento che vuole premiare l’impegno di chi contribuisce al progresso civile e politico del nostro Paese in rispetto della Costituzione della Repubblica italiana del 1 gennaio 1948”. La prof.ssa De Monticelli terrà una lectio magistralis dal titolo “Filosofia come stile di vita? Il lavoro di Socrate oggi”.

La giornata è aperta al pubblico e vedrà la presenza di alcune scuole secondarie di secondo grado della provincia di Lecce, segno tangibile delle politiche di apertura al territorio, da tempo perseguite dalla Presidenza del Corso di Laurea in Filosofia.

Introdurranno la lectio magistralis Loris Sturlese, Accademico dei Lincei, professore Ordinario di Storia della Filosofia Medievale presso l'Università del Salento, fondatore del Centro di Ricerca Cetefil, e Alessandra Beccarisi, professore di Storia della Filosofia Medievale e Presidente del Corso di Laurea in Filosofia. I saluti delle autorità saranno affidati a Domenico Fazio, professore Ordinario di Storia della Filosofia, Prorettore Vicario dell'Università del Salento.

La presentazione del Corso di Laurea e della sua offerta formativa rientra nelle Attività di Orientamento del Corso di Laurea, curate da Elisa Rubino, Ricercatrice in Storia della Filosofia Medievale presso l'Università del Salento. Ospiti del Corso di Laurea sono stati negli anni precedenti studiosi come Charles Alunni (2014), allievo di Jean-Toussaint Desanti in Francia e di Eugenio Garin a Pisa, professore dell’Ecole Normale Supérieure di Parigi; Enrico Berti (2015), professore Emerito di Storia della Filosofia Antica presso l’Università di Padova, Accademico dei Lincei, tra i più autorevoli studiosi di Aristotele; Laura Boella (2016), professore di Filosofia Morale presso l'Università degli Studi di Milano, normalista e studiosa del pensiero femminile del Novecento, traduttrice e curatrice delle opere di Hannah Arendt ed Ernst Bloch.

Per Info scrivere a: 
alessandra.beccarisi@unisalento.it
elisa.rubino@unisalento.it

Lucia Mariano

martedì 5 settembre 2017

"[Clienti] di tutto il mondo, unitevi!"

Una nota azienda partenopea sta promuovendo un concorso a dir poco scandaloso.

In sostanza si tratta di pagare per lavorare.

L’azienda in questione  produce borse, generalmente rivestite con materiali ottenuti dalla lavorazione del petrolio, bruttissime, dal design a cui Marcel Duchamp avrebbe potuto, di certo, ispirarsi e alla cui vista Karl Friedrich Rosenkranz sarebbe andato, senza alcun dubbio, in un brodo di giuggiole.

Dal 24 agosto, questa “filantropica” società ha messo a disposizione della sua clientela una “grande opportunità lavorativa”.

Con l’acquisto di una borsa, conservando lo scontrino su cui è indicato un codice univoco da inserire nella landing dedicata all'iniziativa, si può partecipare al concorso che prevede la possibilità di vincere un mese di lavoro retribuito a cinquecento euro.

Per poter ambire al posto di lavoro come stagista bisogna:
1) Pagare la borsa da loro prodotta;
2) Fornire a questa bella azienda tutti i propri dati personali;
3) E poi, ancora, redigere un elaborato contenente un piano di comunicazione per il lancio sul mercato di un loro nuovo prodotto.

È una trovata pubblicitaria a dir poco pessima, squallida e volgare.

Con un costo di cinquecento euro, l’azienda ottiene i seguenti vantaggi:
1) aumenta le vendite;
2) crea un pacchetto di dati personali (che, non si sa mai, può sempre servire);
3) ottiene (senza pagare dei consulenti sulla comunicazione, che fanno questo di lavoro) vagonate di progetti per il lancio pubblicitario del nuovo prodotto, praticamente a costo zero;
4) ha una nuova stagista.

Speculare sulle speranze lavorative di tante giovani donne, alleandosi con la congiunturale crisi italiana, è il modo migliore per farsi una pessima fama, e questa ditta la merita tutta!

Lucia Mariano

domenica 29 gennaio 2017

A scuola con il campione HIDENORI IZAKI World Barista Championship



Valentino Caffè Spa è lieta di ospitare Hidenori Izaki, il primo barista asiatico a vincere il prestigioso titolo del World Barista Championship tenutosi a Rimini nel 2014, per due giornate davvero speciali! 

Scegliete quella più adatta a voi tra: 

1 Febbraio ESPRESSO BASIC h. 10.00/18.00 
- Come preparare un ottimo espresso e come creare una ricetta 
- Calibrazione estrazione espresso: buono o cattivo? Come regolare il profilo gustativo 
- Tecnica montatura del latte e come ottenere feedback positivi dai clienti 

 2 Febbraio ESPRESSO MASTER h. 10.00/18.00 
- Il rifrattometro: cos'è e come si usa 
- Espresso Compass 
- Las scienza dell'acqua e la sua influenza sul gusto 
- Come formare i nuovi baristi e come creare un sistema di istruzione per loro 

 Info: maestricaffettieri@gmail.com

mercoledì 9 novembre 2016

Nel grande mare del web, in seguito agli ultimi fatti avvenuti in politica estera, abbondano commenti e giudizi personali non sempre concreti o coerenti. Nessuno si sente escluso o messo al margine, al contrario, percepiamo il nostro futuro legato in parte al futuro degli altri Paesi. Un tempo non molto lontano si parlava del brutto inteso come rovesciamento del bello, del brutto riconosciuto come necessità squisita per comprendere il bello. Oggi forse non sono la sola a leggere nel corso degli eventi l'attribuzione del pensiero rosenkranziano al contrario. In altre parole è probabile che stiamo guidando i nostri atteggiamenti mentali e i nostri atteggiamenti pratici verso un rovesciamento del rovesciamento, cioè verso la scelta del bello inteso non in quanto tale, ma come rovesciamento del brutto. Oggi il brutto non diventa bello, ma il bello diventa brutto. Sicuramente il sensus communis è garantito dall’assenza di concetti e dalla mancante comprensione dei veri fini. È come se si immaginasse un Angelus Novus che guarda al futuro, che ambisce al futuro, ma che è trattenuto da una tempesta infernale, che è schiacciato da un cumulo di rovine opprimenti e soffocanti. Dubito fortemente che possiamo fare dei nostri figli dei veri Pescatori di perle, capaci di cristallizzare anche solo piccoli frammenti di ciò che stiamo scegliendo per il loro domani. Stiamo scegliendo guerre, stiamo scegliendo chi promette più armi, chi promette innalzamento di muri. Spero tanto che anche noi Italiani non aggiungiamo del nostro, appoggiando e preferendo la limitazione della sovranità popolare attraverso le modifiche costituzionali, perché probabilmente otterremmo risultati peggiori di qualsiasi catastrofica previsione. Lucia Mariano

mercoledì 3 agosto 2016

L'importanza della misurazione nel "Dialogo de Cecco di Ronchitti da Bruzene in perpuosito de la stella Nuova"

Nel cielo di Padova, durante l’autunno del 1604, accade un avvenimento straordinario: appare una nuova stella luminosissima, perfettamente visibile a occhio nudo, la stella Nuova. Si tratta dell’esplosione nella nostra galassia, a circa 20.000 anni luce dalla terra, della Supernova 1604, conosciuta anche dagli astronomi come Supernova di Keplero, visibile nel continente europeo per circa diciotto mesi.
È un evento eccezionale che suscita un ampio e profondo interesse anche nel mondo accademico, perché la comparsa di un nuovo corpo celeste sembra negare il principio aristotelico dell’incorruttibilità dei cieli. Galileo Galilei, che dal 1592 è lettore di matematica all’Università di Padova, dedica all’argomento tre lezioni in cui illustra il fenomeno da un punto di vista scientifico, presentando i suoi calcoli relativi alle distanze dalla stella. Si interessa al nuovo fenomeno anche Cesare Cremonini, professore di filosofia nell’ateneo patavino, interprete dell’opera di Aristotele accusato di eresia per essersi lasciato sedurre dall’argomento della mortalità dell’anima. Non pochi studiosi sostengono che Cremonini sia in realtà Antonio Lorenzini, l’autore dell’opera intitolata Discorso intorno alla Nuova Stella nei confronti della quale si concentrano le successive polemiche. Sei settimane dopo la pubblicazione dell’opera di Lorenzini appare infatti il Dialogo de Cecco di Ronchitti da Bruzene in perpuosito de la stella Nuova, un testo scritto in dialetto pavano in cui sono presi in giro il filosofo Lorenzini e il suo Discorso, senza mai citarli direttamente. Subito corre voce che Cecco di Ronchitti da Bruzene sia uno pseudonimo usato da Galilei per firmare il suo lavoro. «Nessun Cecco aveva mai scritto queste cose: erano uscite dalle mani di Galilei e d’un suo allievo e amico, un benedettino di nome Girolamo Spinelli» . Bruzene è certamente l’attuale Brugine, un piccolo centro agricolo non distante da Padova denominato in veneto Brùxene . L’opera è dedicata al canonico del Duomo di Padova, Antonio Quarengo, nel testo chiamato «Squerengo» . Nel Dialogo, pubblicato a Padova nel 1605 e composto di appena 28 pagine, due contadini, Matteo e Natale, sono interessati alla comparsa della stella Nuova, perché pensano che possa essere la causa dell’aridità dei campi. I due si chiedono, rientrando dal lavoro, se oltre alla siccità, la stella Nuova non sia in grado di infondere altri effetti sulla terra. Uno dei contadini, Natale, aveva letto gli scritti di un letterato padovano, il filosofo Lorenzini, il quale affermava che la stella fosse in realtà qualcosa di posto al di sotto della luna e per questo non molto lontana dai campi destinati all’agricoltura. Secondo il paradigma aristotelico-tolemaico, al quale il filosofo Lorenzini faceva riferimento per sostenere le sue tesi, la collocazione della stella Nuova nel mondo sublunare non avrebbe compromesso il principio dell’immutabilità dei cieli, perché sotto la sfera della luna erano possibili modificazioni e mutamenti. Matteo chiede all’amico se il letterato, il «Filuorico» , fosse in grado di compiere misurazioni, perché queste sono le uniche in grado di permettere il rilevamento di certezze scientifiche. «La replica di Natale entrava allora nel vivo: il letterato, nel suo “librazzuolo”, aveva appunto detto che i matematici facevano misure ma nulla capivano. E non capivano nulla perché se dicevano che si aveva a che fare con una lontanissima stella nuova, allora diventava obbligatorio immaginare che il Cielo fosse sede di corruzione e generazione» . I matematici sapevano prendere le misure, ma non sempre sapevano trarne le necessarie conseguenze e conclusioni, perché anch’essi subivano i condizionamenti della filosofia scolastica e aristotelica, che li induceva a dedicare le loro speculazioni ad aspetti inerenti le essenze. Il registro comunicativo del Dialogo è molto diverso da quella adottato nelle tre lectiones tenute da Galilei a Padova, in cui furono presentate a un pubblico universitario di oltre mille persone misurazioni ed evidenze osservazionali, ricorrendo al linguaggio della scienza basato sulla rilevazione dei dati riguardanti lo svolgimento del fenomeno e sulla quantificazione. Nel Dialogo l’autore fa invece prendere la parola a due contadini privi di conoscenze scientifiche e che non possono non esprimersi in un linguaggio “vile”. A tal riguardo è interessante notare che sarà lo stesso Galilei, in una lettera inviata al frate benedettino Benedetto Castelli nel 1613 e poi ancora in un’altra lettera spedita due anni dopo a Madama Cristina di Lorena, a richiamare il «principio della subalternatio scientiarum in base al quale “una scienza inferiore ha bisogno di una scienza superiore”» , principio allora in auge nelle discussioni sul rapporto tra la teoria copernicana e le Sacre Scritture, per sottolineare la necessità di adattarsi all’incapacità del vulgo: «Onde, sì come nella Scrittura si trovano molte proposizioni le quali, quanto al nudo senso delle parole, hanno aspetto diverso dal vero, ma son poste in cotal guisa per accomodarsi all'incapacità del vulgo, così per quei pochi che meritano d'esser separati dalla plebe è necessario che i saggi espositori produchino i veri sensi, e n'additino le ragioni particolari per che siano sotto cotali parole stati profferiti» . Per Galilei le conoscenze sono acquisite attraverso i sensi: quindi in questo caso attraverso la vista e l’osservazione della stella Nuova, visibile sia ai contadini, sia ai filosofi e ai matematici. Ma le sole «sensate esperienze» non sono sufficienti, perché tutto deve essere tradotto in termini numerici, in quanto l’unica certezza valida è quella matematica. Infatti, lo scopo di Galilei è «liberare la verità scientifica da qualsiasi tipo di tutela che non sia il serrato e autonomo confronto tra “sensate esperienze” e “certe dimostrazioni”: questa è, per Galileo, e sopra ogni cosa, la vera posta in gioco» . Per Galilei non possono esistere qualità intrinseche nei corpi, perché ciò che riguarda la materia non può essere altro se non quantità. Nel capitolo quarantotto del Saggiatore, Galilei propone un’ipotesi per assurdo: presenta l’esempio di una mano che tocca prima un uomo e poi una statua, concludendo che il senso di “solletico” della mano non si produce per una qualità dell’oggetto esterno, ma del soggetto che si rapporta all’oggetto. Le qualità, le sensazioni, obbediscono ai soggetti e non agli oggetti, mentre gli oggetti sono passibili solo di rilevazioni di tipo quantitativo, e quindi numeriche: «tolti via gli orecchi, le lingue, e i nasi, restino bene le figure, i numeri, e i moti, mà non già gli odori, ne i sapori, ne i suoni, li quali fuor dell'animal viuente, non credo, che sieno altro, che nomi, come à punto altro, che nome non è il solletico, e la titillazione, rimosse l'ascelle, e la pelle intorno al naso» , e poi ancora, «auendo già veduto, come molte affezzioni, che sono riputate qualità risedenti ne' soggetti esterni, non anno veramente altra esistenza che in noi, e fuor di noi non sono altro, che nomi» . Nel Dialogo si nota chiaramente l’idea di scindere la filosofia dall’astronomia. Per Galilei la prima si occupa delle essenze, la seconda invece si interessa di conoscenze di tipo matematico. Le posizioni galileiane sono espresse nel Dialogo da Matteo: «i lettori del Dialogo erano in tal modo portati a cogliere il senso vero della disputa. Il nocciolo delle divergenze non stava tanto negli ambiti dell'astronomia propriamente detta, quanto nelle norme e nelle credenze consolidate che all'astronomia provenivano da una dominante visione filosofica che predicava sull'essenza del Cielo e delle stelle. Chi era culturalmente conscio dei rapporti tradizionali tra osservazione astronomica e metafisica coglieva immediatamente la portata e la profondità della frattura che Galilei disegnava per bocca di Matteo: ai matematici nulla doveva importare delle essenze o delle generazioni e corruzioni» . L’unico modo quindi per definire se si tratta di un corpo celeste o sublunare è di avvalersi dell’indagine quantitativa, e quindi compiere misurazioni. Santorio Santorio, pioniere delle misurazioni fisiche in medicina, amico di Galilei e primo a usare il suo «scherzino», il termometro da lui inventato , sostiene che si debba misurare tutto ciò che è presente nel nostro corpo. Fino a quel momento l’idea di quantità non faceva parte della ricerca scientifica, ma tutto era legato all’idea di qualità dei corpi, perché vigeva il paradigma aristotelico secondo il quale i corpi tendono verso il basso e verso l’alto in base alla loro qualità. Le misurazioni sulla terra non avevano alcun senso; anzi non era neppure possibile ottenerle perché l’unico luogo in cui era possibile applicare la matematica era il mondo celeste, che si riteneva non essere fatto dei quattro elementi propri della terra e del loro incessante aggregarsi e separarsi, ma si pensava che fosse composto di un’altra sostanza per definizione immutabile, non soggetta ad alterazioni, eterna e perfetta, cioè l’etere, chiamata anche quinta essenza . L’autore del Dialogo non manca di ridicolizzare i matematici del tempo, anch’essi condizionati dall’aristotelismo quando discettavano sulla stella Nuova, scoperta dall’astronomo Ilario Altobelli il nove di ottobre e vista come una fonte di luce variabile, di luminosità crescente, che nel corso di alcuni mesi scomparve completamente, lasciando tutto il mondo scientifico in difficoltà circa la sua classificazione. Nel Dialogo gli aristotelici sono accusati di fermarsi alle parole del maestro e di non voler vedere la realtà nella sua verità: «Che più vaneggi, o Stagirita stolto / che puro il cielo e ingenerabili credi? / Stella nova in lui fissa, il chiaro volto / discopre scintillando, e non la vedi?» . Come è noto, per Galilei è importante smontare il principio di autorità che riconosce la bontà delle conclusioni in base all’autorevolezza di chi le propone. «L’ipse dixit non ha diritto di accesso nella scienza, e ai suoi oppositori che si trincerano dietro le opinioni di Aristotele Galilei dice: “Venite pure con le ragioni e le dimostrazioni, vostre o di Aristotele, ma non con testi e nude autorità, perché i discorsi nostri hanno a essere intorno al mondo sensibile, e non sopra un mondo di carta”» . Quindi, la misurazione per Galilei è fondamentale ed è necessaria per avere verità non smentibili. Alexandre Koyré nel 1948 pubblicherà Dal mondo del pressappoco all’universo della precisione, un’opera in cui illustrerà il momento della nascita della scienza moderna, da lui rintracciato nell’introduzione del concetto di quantità, in altri termini nella capacità di astrarre dalle molteplici forme delle cose, cioè di convertire le cose più eterogenee in numero. Koyré, riprendendo le parole dello storico Lucien Febvre, scriverà: «duemila anni prima Pitagora aveva proclamato che il numero è l'essenza stessa delle cose, e la Bibbia aveva insegnato che Dio aveva fondato il mondo sopra "il numero, il peso, la misura". Tutti l'hanno ripetuto, nessuno l'ha creduto. Per lo meno, nessuno fino a Galileo l'ha preso sul serio» . Galilei nel Dialogo sostiene l’idea della correttezza del paradigma copernicano, al quale aveva dichiarato la sua adesione nel 1597, prima nel mese di maggio con una lettera inviata a Jacopo Mazzoni e poi ancora nel mese di agosto con un’altra lettera inviata a Keplero . In tal modo egli mette in crisi il precedente paradigma geocentrico fondato sull’Almagesto di Tolomeo, sul De Caelo di Aristotele e sulla loro lettura tomistica, imperniato sull’immutabilità e la perfezione della fisica del Cielo, posta in opposizione alla precarietà della fisica terrestre. Galilei cercherà di scardinare con forza anche maggiore il paradigma aristotelico-tolemaico nel suo Dialogo sui massimi sistemi del mondo, opera che lo porterà al processo del 1633: «Io non dirò altro, se non chè può essere che per la parte ch'io stimo vera non sieno state prodotte nè da Aristotele né da Tolomeo le vere e necessarie» . L’opposizione tra le due fisiche, terrestre e celeste, verrà completamente superata solo dalla fisica classica. Margherita Hack scriverà: «Siamo figli delle stelle: e non è una battuta! è letteralmente così. Siamo fatti di materia fusa all'interno degli astri» . L’eliminazione della disuguaglianza qualitativa tra cielo e terra avviene già con Galilei, il quale sostiene che cielo e terra sono fatti della stessa sostanza e che la pretesa dell’esistenza nei cieli di una sostanza eterea, leggera, cristallina qual era l’etere è una supposizione completamente infondata. Nel 1610, pochi mesi prima del suo ingresso nella prestigiosa Accademia dei Lincei, Galilei pubblica a Venezia il suo Sidereus Nuncius, nel quale illustra, anche con 5 acquerelli da lui disegnati e colorati, le osservazioni compiute puntando il telescopio verso i cieli e dichiarando che ciò che vale sulla terra vale quindi anche nei cieli e i cieli non sono affatto il mondo della perfezione: «la superficie della Luna non è affatto liscia, uniforme e di sfericità esattissima, come di essa Luna e degli altri corpi celesti una numerosa schiera di filosofi ha ritenuto, ma al contrario, disuguale» . Il cambiamento avvenuto con la fisica classica sarà caratterizzato anche dal ricorso al metodo sperimentale, cioè della necessità di avvalersi di osservazioni e di esperimenti: in altre parole, dalla prassi sperimentale introdotta pienamente con l’età moderna e la cui sequenza sarà compiutamente esplicitata da Claude Bernard nel 1865 . La vera «rivoluzione intellettuale», iniziata nell’annus mirabilis del 1543, con Copernico, definito da Shea: «un rivoluzionario prudente» e da Lutero: «un pazzo» , proseguita con Keplero, Galileo e Newton , si verifica secondo Koyrè quando «la precisione del cielo è scesa sulla terra» . Ciò accade anche quando, con movimento inverso, il concetto di quantità è usato in relazione ai corpi celesti ed è escluso ogni riferimento alle essenze, come avviene nelle lectiones patavine di Galilei, che misurano la stella Nuova, e nell’opera firmata da Cecco di Ronchitti da Bruzzene: «Anche se la materia costitutiva della stella fosse stata di polenta, notava infatti Matteo, nulla impediva di sottoporre il corpo celeste a operazioni atte a stabilire la sua vera posizione nello spazio. Solo questo contava». Lucia Mariano _____________________________________________________________________________________________ Bibliografia - AGNOLI P., Il senso della misura: la codifica della realtà tra filosofia, scienza ed esistenza umana, Armando, Roma 2004 - ARISTOTELE, De Caelo 1,3, Sansoni, 1962 - ARMOCIDA G.,Storia della medicina, Jaca Book, Milano 1993 - Atti, Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, 1880 - BELLONE E., La stella nuova: l’evoluzione e il caso Galilei, Einaudi, Torino 2003 - BERNARD C., Introduzione allo studio della medicina sperimentale, Feltrinelli, Milano 1973 - CAMBI F., GATTINI F., La scienza nella scuola e nel museo: percorsi di sperimentazione in classe e al museo, Armando Editore, Roma 2007 - DI TROCCHIO F., Il cammino della scienza. Successi, rischi, prospettive, Mondandori, Milano 2008 - Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Garzanti, Milano, 1996 - GALILEI G., I dialoghi di Galileo Galilei sui massimi sistemi tolemaico e copernicano, F. Vigo, Livorno 1874 - GALILEI G., Il saggiatore nel quale con bilancia esquisita e giusta si ponderano le cose contenute nella libra astronomica e filosofia di Lotario Sarsi Sigensano, Giacomo Mascardi, Roma 1623 - GALILEI G., Le lettere copernicane, a cura di M. Baldini, Armando, Roma 2008 - GALILEI G., Opere: 1, Unione tipografico-editrice torinese, Torino 1964 - GALILEI G., Scienza e Religione. Scritti copernicani, a cura di M. Bucciantini e M. Camerota, Donzelli editore, Roma 2009 - GALILEI G., Sensate esperienze e certe dimostrazioni: antologia,Lateranza, Roma 1966 - HACK M., RANZINI G., Tutto comincia dalle stelle, Sperling & Kupfer, 2011 - JOSE J., Stellar Explosions: Hydrodynamics and Nucleosynthesis, CRC Press, Boca Raton - London - New York 2016 - KOYRÉ A., Dal mondo del pressappoco all'universo della precisione, Einaudi, Torino 2000 - KUHN T. S., SNEED J. D., STEGMÜLLER W., Paradigmi e rivoluzione nella scienza, Armando, Roma 2004 Le opere di Galileo Galilei: 2, Societa editrice fiorentina, Firenze 1843 - MACQUARRIE J., L'umiltà di Dio. Meditazione sul mistero della salvezza cristiana, Jaca Book, Milano1979 - MAMIANI M., Storia della scienza moderna, Laterza, Roma 2002 - ROSSI P., Storia della scienza moderna e contemporanea: Dalla rivoluzione scientifica all'età dei lumi, Utet, Torino 1998 - SHEA W. R., Copernico: un rivoluzionario prudente, Le scienze, Roma 2011 __________________________________________________________________________________________ Immagine: Ricostruzione a colori della supernova del 1604 http://chandra.harvard.edu/photo/2007/kepler/index.html